sabato 30 giugno 2012

BCE !!!


Supponiamo di voler speculare sul debito italiano ed il tasso ad un anno è il 3%.
Vendo con derivati titoli italiani che costeranno 97 circa mentre contemporaneamente compro debito tedesco andando in negativo e cioè pago 101 per titoli che tra un anno mi daranno 100.
Questo fa aumentare lo spread tra bund e bot ed alla fine potro ricomprare con i derivati i titoli italiani che avevo venduto a 97 per mettiamo 93.
Restituisco i titoli italiani comprati dopo a 93 a quelli a cui li avevo venduti prima a 97 e mi tengo i 4 di differenza con i quali mi ripago della perdita sui bund per una parte mentre per l'altra me li godo come guadagno.
Questo è in modo semplice il giochino sugli spred a cui assistiamo da un pò.
Venerdi nell'accordo sbandierato come successo di Monti hanno inserito il fatto che la BCE può intervenire sul mercato sempre che lo ritenga opportuno ed acquistare debito pubblico entro una certa soglia di spread ma cosa significa questo?
Mettiamo che vi sia un asta il 15 di luglio di 20 miliardi di titoli italiani allora il "governo italiano" chiede d'intervenire dopo aver convinto la BCE con un bel taglio di 20.000 dipendenti pubblici e la BCE dirà bravi interveniamo ed allora lo speculatore che faceva il giochino della vendita a 97 per ricomprare a 93 si ritroverà sui denti la BCE che compra a 96 e quindi si porterebbe a casa una bella perdita incassando solo 1 e non 4 come prima.
Ma se il governo italiano non taglia i 20.000 dipendenti pubblici la BCE non garantisce l'acquisto e lascia spazio agli speculatori che avranno ancora piu forza, essendosi ridotti gli spazi di manovra, di devastare il debito italiano mandando il prezzo non più a 93 ma pure a 90.
In sintesi Draghi e la BCE non manderanno piu lettere come lo scorso anno al presidente del consiglio italiano ma agiranno completamente sulla politica di bilancio dei singoli paesi procedendo asta dopo asta alla modifica completa degli stati ormai inutili.

domenica 17 giugno 2012

Art. 18 - Trasparenza della attività della PA

La Trasparenza della attività della PA e la conoscibilità dei dati e delle informazioni relative alle decisioni che comportano spesa di danaro pubblico sono uno dei fattori sui quali può e deve basarsi ogni impegno per la crescita produttiva ed imprenditoriale e per lo sviluppo del sistema Italia.
Da un lato, i siti web delle pubbliche amministrazioni rappresentano il luogo naturale e più diretto dove rendicontare ai cittadini ed ai soggetti economici il proprio operato. Dall’altro, la più efficiente ed efficace razionalizzazione delle comunicazioni delle P.A.
consente di usare i dati e le informazioni raccolti per valutare e definire politiche pubbliche, economiche ed industriali mirate su una base di conoscenza oggettiva dei fenomeni. Il percorso avviato nel nostro Paese verso la “trasparenza totale”, si fonda su innovazioni normative – a partire dal 1990 con la legge 241 -, ma si scontra con prassi ispirate alla “segretezza” delle decisioni della PA che ne riducono la portata innovativa e ne limitano le finalità riformatrici assegnate dal legislatore.

venerdì 15 giugno 2012

Vittorio Munari - Presidente Federazione Italiana Rugby


...... e non porterà nessuna franchigia a Bassano del Grappa !!!

domenica 10 giugno 2012

Nino Galloni: "Come uscirne..."

  1. Separazione tra banche d'investimento e banche che prestano denaro a famiglie ed imprese
  2. Ripristino della sovranità monetaria attraverso eurobond
  3. Separare il debito dello stato dal bilancio dello stato
  4. Completa riorganizzazione dello stato e della pubblica amministrazione
  5. Introduzione delle monete locali complementari

ESTRATTO DAL MINUTO 19:05
Nel 1982/83 io ero funzionario del Ministero del Bilancio e feci uno studio. Lo feci vedere al Ministro, facendogli presente che questo sistema avrebbe rovinato il Paese perché il debito pubblico, nel giro di 5/6 anni, avrebbe superato il prodotto interno lordo, e la disoccupazione giovanile avrebbe superato il 50%. Ne parlai anche col Ministro del Tesoro, che era Beniamino Andreatta, e con alcuni dell'ufficio studi della Banca d'Italia. Tutti quanti concordarono sul fatto che la mia analisi era esagerata e che non era possibile che il debito pubblico superasse il PIL, perché allora il sistema sarebbe saltato. E io dissi: scusate, se il debito è un fondo e il PIL è un flusso, non c'è nessun problema. Se io oggi, per farvi un esempio, con 50mila euro di reddito della mia famiglia vado a chiedere un prestito di 200, 250mila euro alla banca, me lo danno. Quindi anche un rapporto di 4/5 volte rispetto al PIL è sostenibile. Se è sostenibile per una famiglia, che tutto sommato non ha la forza di uno Stato, perché uno Stato, se supera il 100% del PIL, dovrebbe vivere chissà quali catastrofi? Allora dissero che le preoccupazioni sulla disoccupazione giovanile erano esagerate... Insomma: litigammo, me ne andrai dall'amministrazione e andai a fare altri lavori.