mercoledì 5 agosto 2009

Draghi Presidente

La situazione economica dell'Italia non lascia spazio alle incertezze. La crisi in corso e di vaste proporzioni nonché di probabile lunga durata porterà ad un inevitabile periodo "cuscinetto" in cui molte scelte impopolari dovranno essere adottate e nessun politico potrà realizzarle. Serve una sorta di Cincinnato che ci preservi dalla bancarotta e dalla guerra civile e l'unica personalità adatta sembra essere il governatore della Banca d'Italia.

Ben 3 fattori coattivi in questa grave crisi ci porteranno alla bancarotta sociale oppure a grandi e profonde riforme politiche ed economiche. Più precisamente:
1) La gravità della caduta del PIL ormai superiore per ampiezza a tutte le crisi del dopoguerra e per durata, infatti, credo che fino alla meta del 2010 si continuerà a "rallentare la discesa" sino a fermarsi.
2) La mancanza della leva del cambio. Nel 93 si svalutò la lira e si poté consentire una ripresa artificiosa delle attività produttive rimandando la soluzione dei problemi strutturali.
3) La “Cindia” ovvero il più grande nemico dei nostri vecchi e costosi sistemi sociali. Questo fattore, il più preoccupante fra tutti, non era presente in passato e rischia di travolgerci completamente. Cina ed India con i loro 3 miliardi di giovani persone rappresentano il nuovo mondo cui non sappiamo più opporre alternative efficaci.