giovedì 21 maggio 2009

Rue89


Rue89 è uno dei più importanti siti di informazione partecipata francese.
4 giornalisti usciti da Liberation e 3 webmaster per un totale di 20 persone hanno costituito un gruppo che raggiunge 100 mila contatti al giorno.
Un gran bell'esempio di struttura nuova dinamica ed on-line
     
Dopo una carriera da corrispondente dal Sud Africa, da Gerusalemme e dalla Cina, prima per l'agenzia di stampa Agence France-Presse (AFP) poi per il quotidiano Libération, il giornalista francese Pierre Haski è stato co-fondatore, nel marzo del 2007, del sito d'informazione Rue89. La scelta di intraprendere un progetto di informazione indipendente è stata determinata dal cambiamento di proprietà editoriale di Libération dopo l'ingresso nel capitale dell'azionista di maggioranza Edouard Rothschild. La ristrutturazione approvata dal nuovo proprietario ha determinato, alla fine del 2006, 76 licenziamenti tra i dipendenti. Il sito "Rue89" si propone di produrre un'informazione slegata dagli interessi finanziari e libera dalla censura fin dalla sua prima uscita che denunciava la censura imposta all'articolo del "Journal du dimanche" sull'astensione di Cecilia Sarkozy al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. Intervistato in occasione del Festival internazionale del giornalismo di Perugia racconta i primi anni di questa esperienza.

lunedì 18 maggio 2009

Kamut

Dall'analisi nutrizionale completa del grano kamut si evince che il suo valore energetico è superiore a quello degli altri grani. Rispetto al frumento comune, la composizione del grano kamut è più ricca per otto minerali su nove, fra i quali il magnesio e lo zinco, nonché il selenio, un potente antiossidante. Inoltre, il grano Kamut si distingue per una percentuale di vitamina E superiore al 30%, un tasso superiore di amminoacidi con punte del 65% e quantità nettamente più elevate di lipidi e di acidi grassi. Con una superiorità che arriva quasi al 40% rispetto alla media nazionale dei frumenti americani, il tasso proteico rappresenta la qualità distintiva più importante del grano Kamut. Data la percentuale elevata di lipidi, che liberano maggiore energia nell'organismo rispetto ai glucidi, il grano kamut può essere classificato come cereale ad alto valore energetico. I prodotti Kamut apportano quindi complementi preziosi all'alimentazione quotidiana degli atleti, delle persone molto attive, dei bambini e delle persone anziane. Niente di meglio allora, per evitare gli attacchi di fame o il desiderio di sgranocchiare nel corso della giornata, che cominciare la giornata con una ciotola di fiocchi di grano Kamut caldi, di muesli di grano Kamut alla frutta o con biscotti, cracker e sfogliatine al Kamut e mangiare in seguito, a mezzogiorno, un buon piatto di squisita pasta Kamut.

domenica 17 maggio 2009

Lega Nord 12% - 14%

Il prossimo 8 giugno la lega nord potrebbe essere il vero vincitore delle elezioni europee, registrando un valore percentuale decisamente significativo se considerato sulla popolazione limitata al nord e non privilegiata come quella delle regioni autonome.
Essere padroni a casa propria sembra essere la risposta migliore in questo contesto di grave e crescente crisi.
In pratica decidere, in maniera autonoma, quali sono le politiche più adatte per il proprio territorio. Ogni Comunità, quindi, una volta realizzato il federalismo, potrà decidere liberamente del proprio destino.

mercoledì 13 maggio 2009

Club di Budapest

Club di Budapest - italiano


Nessun problema può essere risolto dallo stesso livello di coscienza che lo ha creato - Albert Einstein


Firmato a Budapest il Manifesto della Coscienza Planetaria.

Nobel per la pace, artisti, scienziati e capi di stato hanno firmato un manifesto che considera il risveglio della coscienza umana a una dimensione planetaria la chiave per risolvere i problemi mondiali

Prefazione: Nuove Esigenze di Pensiero e Azione

1 - Negli ultimi anni del ventesimo secolo, abbiamo raggiunto un punto di cruciale importanza nella nostra storia . Siamo all'inizio di un nuovo periodo di evoluzione sociale, spirituale e culturale; un periodo che si differenzia da quello dei primi decenni di questo secolo, così come le praterie si differenziano dalle caverne e i villaggi stanziali dalla vita nelle tribù nomadi. Stiamo evolvendo rispetto a quelle che erano società industriali a livello nazionale, create agli albori della rivoluzione industriale, per dirigerci verso un sistema sociale, economico e culturale interconnesso, basato sull'informazione, che abbraccia l'intero pianeta. Il percorso che porta a questa evoluzione non è immediato: è pieno di soprese e colpi di scena. Questo secolo è stato testimone di eventi sconvolgenti, e altri, tra non molto, potrebbero ancora verificarsi. Il modo in cui dovremo affrontare questi sconvolgimenti presenti e futuri, deciderà sia il nostro futuro che quello dei nostri figli e nipoti.

2 - La sfida che ora dobbiamo affrontare è quella di scegliere il nostro destino. La nostra generazione, tra tutte le migliaia di generazioni che l'hanno preceduta, è chiamata a decidere il destino della vita su questo pianeta. I processi che abbiamo iniziato durante la nostra vita e durante quella dei nostri padri e nonni, non possono continuare durante la vita dei nostri figli e nipoti. Qualsiasi cosa noi facciamo, o collaboriamo alla creazione di una struttura che si propone di dar vita ad una società globale pacifica e cooperante, continuando così la grande avventura della vita, dello spirito e della consapevolezza sulla Terra, oppure creiamo le premesse per la fine della permanenza umana su questo pianeta.

3 - I modelli d'azione del mondo d'oggi non sono incoraggianti. Milioni di persone sono senza lavoro, milioni sono sfruttati e sottopagati, milioni sono ridotti all'impotenza e povertà. Il divario tra nazioni ricche e povere, e tra poveri e ricchi entro le stesse, è grande e in continua crescita. Nonostante la comunità mondiale non debba temere lo spettro di un conflitto tra superpotenze e sia minacciata dal crollo ecologico, i governi di tutto il mondo continuano a investire migliaia di miliardi di dollari l'anno per le armi e l'esercito, e solo un'esigua parte di questi soldi sono impiegati per mantenere un ambiente vivibile.

4 - Il problema della militarizzazione, il problema dello sviluppo, il problema ecologico, il problema della popolazione e i vari problemi riguardanti energia e materie prime non possono essere superati semplicemente riducendo il numero di testate nucleari, per altro già inutili, nè siglando trattati politici più permissivi rispetto al commercio mondiale, all'aumento globale della temperatura, alla diversità biologica e ad un ipotetico sviluppo generale. Oggi si chiede di più di un'azione frammentaria o di una soluzione a breve termine del problema. Dobbiamo vedere i problemi nella loro complessità e totalità e risolverli non solo con la nostra ragione o con l'intelletto, ma anche con le facoltà proprie della nostra intuizione e dell'empatia. Le elevate capacità dello spirito umano vanno oltre i poteri della mente razionale e comprendono anche il potere dell'amore, della compassione e della solidarietà. Non possiamo trascurarle quando ci troviamo di fronte alla risoluzione di situazioni complesse che, sole, ci permetterebbero di raggiungere il livello successivo di evoluzione delle nostre sofisticate ma instabili e vulnerabili comunità socio-tecnologiche.

5 - Se ognuno di noi conserva valori e credenze ormai superati, una coscienza frammentata e uno spirito egoistico, saranno mantenute anche le finalità e le credenze antiquate. Un simile comportamento adottato da più persone, potrebbe bloccare l'intera transizione verso una società interdipendente, pacifica e cooperante. C'è quindi un dovere sia morale che pratico per ognuno di noi, ad andare oltre la superficie degli eventi, oltre gli intrighi e i complotti dei politici, oltre i sensazionalismi dei mass-media, e oltre le mode e i capricci della società - un dovere a sentire il flusso sotterraneo degli eventi e a percepire la direzione che prenderanno: a sviluppare quello spirito e quella consapevolezza che potrebbe renderci capaci di prevedere i problemi e le opportunità e di intervenire su di essi.

Un Richiamo alla Responsabilità

6 - Un nuovo modo di pensare è ormai diventato una condizione necessaria per un vivere ed un agire responsabili. Evolvere significa aiutare le persone, in ogni parte del mondo, ad esprimere la propria creatività.La creatività non è una dote genetica bensì culturale, presente in ogni essere umano. Cultura e società cambiano velocemente, mentre i geni mutano lentamente; non più dello 0,5 per cento delle basi genetiche umane possono modificarsi in meno di un secolo. Perciò la maggior parte dei dati dei nostri geni sono dell'età della pietra o prima; essi potrebbero aiutarci a sopravvivere nella giungla della natura ma non in quella della civilizzazione. L'ambiente ecologico, tecnologico e sociale del giorno d'oggi è una creazione dell'uomo e solo la creatività della nostra mente - la nostra cultura, spiritualità e consapevolezza - possono permetterci di affrontarlo. Una creatività autentica non resta paralizzata di fronte a problemi insoliti e inaspettati ma si confronta apertamente con loro, senza pregiudizi. Coltivare tale creatività, è oggi una condizione necessaria per aprirci la strada verso una società globalmente interconnessa, nella quale individui, imprese, stati e l'intera famiglia delle persone e nazioni potrebbero vivere insieme pacificamente, cooperando e traendo mutuo beneficio.

7 - Sostenere la diversità è un'altra necessità del nostro presente. La diversità è alla base di tutte le cose, in natura e nell'arte: una sinfonia non può essere monotona o suonata da un solo strumento; un quadro deve avere più forme e colori; un giardino è più bello se ha fiori e piante di diverso tipo. Un organismo pluricellulare non può sopravvivere se ridotto ad un solo tipo di cellule. Persino le semplici spugne producono cellule con funzioni specializzate. Gli organismi più complessi sono caratterizzati da cellule e organi estremamente differenziati, con una gran varietà di funzioni mutualmente complementari e finemente coordinate. La diversità culturale e spirituale nel mondo è tanto essenziale quanto lo è nell'arte e in natura. I membri di una comunità umana devono essere diversi l'uno dall'altro non solo per età e sesso, ma anche per colore, personalità e credo. Solo allora i suoi membri possono adempiere al compito che meglio gli si addice e complementarsi l'uno con l'altro in modo che la totalità da essi formata possa crescere ed evolvere. La società globale che sta evolvendo avrebbe enormi diversità, se non fosse per l'uniformità, non voluta e non desiderata, introdotta attraverso il dominio di poche culture e società sulle altre. Così come la diversità in natura è in pericolo a causa delle coltivazioni intensive che privilegiano solo una o poche varietà di colture e dell'allevare solo alcune specie di animali, allo stesso modo la diversità del mondo d'oggi è in pericolo per il dominio di una, o di poche, varietà di culture e civilizzazioni.

8 - Il mondo del ventesimo secolo sarà vivibile solo se conserverà gli elementi essenziali di diversità che hanno sempre contraddistinto culture, credi, ordini sociali, economici e politici e stili di vita. Incoraggiare la diversità non significa isolare le persone e le culture l'una dall'altra; al contrario è necessario mantenere contatti internazionali e interculturali e una forma di comunicazione che tenga conto delle differenze, delle credenze, degli stili di vita e delle ambizioni di ciascuno. Sostenere la diversità non significa neanche mantenere l'ineguaglianza sociale, perché uguaglianza non vuol dire uniformità, ma riconoscere gli stessi valori e la dignità in tutte le persone e culture. Creare un mondo diverso, ma equo e intercomunicante, richiede più della sincerità; diventano necessarie anche l'uguaglianza e la tolleranza verso le diversità altrui. Permettere alle persone di essere ciò che vogliono " rimangano nel loro angolo di mondo", e lasciarli fare ciò che vogliono "purché non lo facciano nel mio giardino", sono atteggiamenti ben intenzionati ma inadeguati. Così come i diversi organismi del corpo, le diverse persone e culture necessitano di lavorare insieme per conservare l'intero sistema del quale sono parte, un sistema che rappresenta la comunità umana nella sua dimora planetaria. Nell'ultimo decennio del ventesimo secolo, diverse nazioni e culture devono sviluppare quella compassione e solidarietà che permetterebbero a ciascuno di noi di superare la posizione di tolleranza passiva a favore di una collaborazione e di un completamento, l'uno nell'altro, attivi.

Un Richiamo alla Responsabilità

9 - Nel corso di questo ventesimo secolo più persone, in differenti parti del mondo, sono diventate consapevoli dei loro diritti così come delle continue numerose violazioni di questi.
Tale sviluppo è importante, ma non sufficiente. Nei restanti anni di questo secolo dobbiamo prendere coscienza del fattore senza il quale nessun diritto, nè alcun altro valore, può effettivamente essere salvaguardato: dobbiamo cioè prendere coscienza delle nostre responsabilità individuali e collettive. Non possiamo crescere in un mondo pacifico e cooperante fino a che non diventiamo attori responsabili socialmente, economicamente, politicamente e culturalmente.

10 - Noi esseri umani abbiamo bisogno di qualcosa di più del semplice cibo, acqua e tetto sotto il quale vivere; più di un lavoro stipendiato, dell'autostima e dell'accettazione sociale. Abbiamo bisogno anche di qualcosa per cui vivere: un ideale da raggiungere, una responsabilità da assumere. Nel momento in cui noi diventiamo consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni, possiamo e dobbiamo accettare le responsabilità per esse. Tali responsabilità sono più profonde di quanto molti di noi possano pensare. Nel mondo d'oggi tutti, non importa dove vivono e cosa fanno, sono diventati responsabili delle loro azioni in qualità di:

- Individui privati
- Cittadini di una nazione
- Membri della comunità umana
- Operatori in affari e nell'economia
- Persone dotate di intelletto e consapevolezza.

- Come individui, siamo responsabili della realizzazione dei nostri interessi in armonia con gli interessi ed il benessere altrui, e non a loro spese; siamo responsabili di condannare ed evitare qualsiasi forma di omicidio e brutalità, responsabili di non far nascere più bambini nel mondo di quanto abbiamo realmente bisogno e possiamo mantenere, del rispetto al diritto alla vita, allo sviluppo e ad un uguale status e dignità di tutti i bambini, donne e uomini che popolano la Terra.

- Come cittadini dei nostri paesi, siamo responsabili di chiedere che i nostri capi politici si rapportino agli altri stati pacificamente e con spirito di cooperazione. E' nostro compito verificare che essi riconoscano e legittimino le aspirazioni di tutte le comunità della famiglia umana e che non abusino del loro potere per manipolare le persone e l'ambiente per fini miopi ed egoistici.

- Come operatori in affari e nell'economia, è nostro dovere assicurare che gli obiettivi corporativi non siano centrati unicamente sul profitto e la crescita, ma che includano la preoccupazione che i prodotti e i servizi rispondano ai reali bisogni umani, senza danneggiare le persone e l'ambiente, che non perseguano fini distruttivi e disegni privi di scrupoli e che rispettino i diritti di tutte le imprese che competono correttamente sul mercato globale.

- Come membri della comunità umana è nostro dovere adottare una cultura di non violenza, di solidarietà e di uguaglianza economica, politica e sociale, promuovendo la comprensione reciproca e il rispetto tra le persone e le nazioni, che siano simili o diverse da noi, chiedendo che tutte le persone abbiano le capacità di far fronte alle sfide che si presentano loro, sia con risorse materiali che spirituali che sono necessarie per questo compito senza precedenti.

- Come persone dotate di intelletto e consapevolezza, è nostra responsabilità incoraggiare la comprensione e il riconoscimento dell'elevatezza dello spirito umano in tutte le sue manifestazioni, e ispirare il timore e la meraviglia per un cosmo che genera vita e consapevolezza e che offre la possibilità di una continua evoluzione verso ogni più alto livello di introspezione, comprensione, amore e compassione.

Un Richiamo alla Coscienza Planetaria

11 - Nella maggior parte del mondo, il reale potenziale degli esseri umani è tristemente sottosviluppato. Il tipo di educazione che è imposta ai bambini, deprime lo sviluppo delle loro capacità di apprendimento e della loro creatività, il modo in cui i giovani sperimentano la lotta per la sopravvivenza materiale sfocia nella frustrazione e nel risentimento. Negli adulti tutto ciò porta ad una serie di comportamenti di compensazione, di dipendenza e di coercizione. Il risultato è la persistenza di oppressioni sociali e politiche, di guerra economica, di intolleranze culturali, criminalità e mancanza di rispetto per l'ambiente. Eliminare i mali sociali ed economici e le frustrazioni derivanti, necessita di un considerevole sviluppo socioeconomico; ciò non è possibile senza una migliore educazione, informazione e comunicazione. Queste, tuttavia, sono bloccate dall'assenza del suddetto sviluppo socioeconomico, creando così un circolo vizioso: il sottosviluppo genera frustrazione, e la frustrazione da luogo a comportamenti inadeguati che bloccano lo sviluppo. Questo ciclo deve essere interrotto nel suo punto di maggiore flessibilità, che è quello dello sviluppo dello spirito e della coscienza degli esseri umani. Raggiungere tale obbiettivo non implica necessariamente uno sviluppo socioeconomico completo di tutte le sue risorse finanziarie e tecniche, al contrario richiede una parallela missione di sviluppo nel campo della spiritualità. Finche lo spirito e la coscienza delle persone non si evolverà verso una dimensione planetaria, i processi critici che caratterizzano la globalizzazione del sistema società/natura, si intensificheranno al punto da mettere in pericolo l'intero percorso verso una società globale, pacifica e cooperante. Tutto ciò potrebbe portare ad un regresso per l'umanità e ad una situazione di pericolo per tutti noi.
L'evoluzione dello spirito e della coscienza umana è il primo obbiettivo vitale condiviso dall'intera famiglia umana.

12 - Mirare ad una condizione di equilibrio e stasi sul nostro pianeta è pura illusione; l'unica forma di stabilità è nel cambiamento e nella trasformazione. C'è un costante bisogno di guidare l'evoluzione delle nostre società, così come di evitare delle cadute e di progredire verso un mondo dove tutti possano vivere in pace, libertà e dignità. Tale guida non viene dagli insegnanti e dalle scuole, nè dai capi politici o dagli uomini d'affari, nonostante il loro impegno e il loro ruolo siano importanti. E' essenziale e cruciale comprendere che essa si trovi in ognuno di noi. Un individuo dotato di coscienza planetaria riconosce il suo ruolo nell'ambito del processo evolutivo e agisce responsabilmente alla luce di tale percezione. Ognuno di noi deve cominciare da se stesso per evolvere la sua coscienza verso la dimensione planetaria; solo allora potremo diventare degli agenti reali e responsabili delle trasformazioni e dei cambiamenti nella nostra società. Per consapevolezza planetaria si intende la conoscenza così come la sensazione dell'interdipendenza vitale, dell'essenziale unicità del genere umano e la consapevole adozione dell'etica e dell'ethos che tutto ciò implica. 
La sua evoluzione è il nuovo imperativo per la sopravvivenza umana su questo pianeta

sabato 9 maggio 2009

Innovare, ma non da soli

Primo errore: che l'innovazione serva a cambiare. Quando le cose vanno male, in effetti, si fa un grande parlare di innovazione, che tuttavia proprio in quel momento deve fare i conti con le condizioni più difficili, con la carenza di risorse, con la mancanza di lucidità, con la scarsità di tempo. L'innovazione serve a cambiare solo se si sta già cambiando, se non si rema contro, se non si fa di tutto per non cambiare.

Secondo errore: che l'innovazione concerna questo o quel settore produttivo, questa o quella struttura organizzativa, questa o quella componente della pubblica amministrazione. Non c'è innovazione possibile, o meglio non c'è innovazione che possa contribuire davvero a cambiare qualcosa, che non sia una innovazione di sistema, che non riguardi tutti gli aspetti che convergono non soltanto nell'attività economica, ma soprattutto nelle funzioni della convivenza.

Terzo errore: che l'innovazione debba insistere sull'offerta, allo scopo di migliorare prodotti o servizi, mentre possa trascurare la domanda. Se anche la domanda non viene innovata, se non si forma acquisendo le stesse caratteristiche innovative dell'offerta, tutto si blocca alle soglie del magazzino o dello sportello. Se l'utente non sa come usare al meglio ciò che gli viene proposto, invece di aumentare la sua soddisfazione, se ne accresce la frustrazione e la reazione.

Quarto errore: che l'innovazione sia una bandiera, qualcosa che si possa sventolare per difendere le posizioni acquisite. C'è innovazione se e solo se l'intero sistema è disponibile a mettersi in discussione, anche se dovessero mutarne gli equilibri interni, anche se il potere di innovare dovesse passare di mano.

 

Innovazione come progetto, innovazione come sistema, innovazione come interfaccia, innovazione come cultura: quattro aspetti innovativi dell'innovazione che sono oggi, nel bene e nel male, alla base della riflessione non soltanto sull'innovazione, ma sull'intero contesto in cui l'innovazione dovrebbe esplicitarsi, orientarsi, implementarsi.

I limiti della tecnologia, anche di quelle tecnologie che sembravano virtualmente illimitate come le tecnologie elettroniche e informatiche, si scontrano con la pretesa di trasformare il mondo in un sistema calcolabile, senza tenere conto di ciò che conta e di ciò che non conta. Le scelte energetiche che si stanno facendo a favore delle energie verdi, si scontrano con quella che banalmente si potrebbe definire la loro logistica, le reti per portarle lontano, ma anche le abitudini di vita, dalla edilizia al risparmio nei consumi, che la gente dovrebbe adottare perché quelle energie innovative risultino efficaci. Infine, la ricerca sul genoma, il luminoso e oscuro orizzonte della nostra vita, quello in cui potremmo maggiormente sperare di risolvere tanti vitali misteri della vita, si scontra con il fatto che quanto dai da una parte, in termini di conoscenza, togli dall'altra, in termini di economicità e di affidabilità.

Insomma, se una volta si raccomandava di guardarsi le spalle, oggi si dovrebbe raccomandare di guardare davanti, là dove le cose cambiano, spesso senza neppure sapere perché cambiano, nella illusoria pretesa che tutto debba cambiare, anche se non tutti, anzi spesso pochissimi potranno approfittarne davvero.

domenica 3 maggio 2009

Bioinformatica

Una biomedicina da personalizzare E con un approccio di prevenzione, non di mera riparazione

SIDNEY BRENNER - 82 anni, è stato insignito nel 2002 del Nobel per la medicina per gli studi sulla genetica cellulare. Il suo lavoro è considerato una pietra angolare nella comprensione det meccanismi che regolano l'invecchiamento e la morte delle cellule. 

Dobbiamo rifondare la biologia, e tutta la biomedicina che ne deriva, a partire dallo studio della complessità. È l'avvertimento - ma anche l'ambizione - di Sydney Brenner, Nobel per la medicina che, a 82 anni, tenace come solo i sudafricani sanno esserlo, si sta gettando in una nuova avventura. Con il suo lavoro sul nematode C. elegans, un verme microscopico, composto da appena un migliaio di cellule, Brenner è stato un pioniere nello sviluppo di modelli animali utili alla comprensione degli organismi superiori. Le sue ricerche, cominciate negli anni 60 sono nei libri di testo e alla base di moltissime terapie, ma lo scienziato auspica il superamento degli organismi modello. In Italia collabora da tempo con il Centro per la biologia computazionale e dei sistemi di Trento perché vede nelle tecnologie bioinformatiche la chiave a quella scatola nera che oggi sono ancora gli organismi viventi.
«Oggi abbiamo bisogno di una teoria della complessità dei sistemi biologici - spiega - perché in realtà gli organismi che studiarne sono molto semplici, ma sono in grado di agire rispondendo al contesto. E sono i dettagli di questa interazione a fare la differenza». Il primo passo è accordarsi sulla definizione di complessità: «Molti la spiegano dicendo che il tutto è più della somma delle parti, ma la citazione corretta di Aristotele è che il tutto è più della somma delle parti studiate separatamente. Già migliaia di anni fa il filosofo greco aveva intuito la potenza dell'interazione che oggi cerchiamo di chiarire con organismi modello come la mosca della frutta Drosofila o il C. elegans». Oggi però, secondo il Nobel, possiamo spin¬gerci oltre questi modelli imperfet¬ti del nostro organismo e, grazie al¬la sovrabbondante potenza di calco¬lo offerta dall'informatica, studiare direttamente nell'uomo i meccani¬smi della biologia. Non si tratta di condurre esperimenti direttamen¬te sull'uomo, cosa peraltro proibita, ma di mettere a sistema quell'enor¬me quantità di dati sulla nostra salu¬te, sul nostro corpo e sull'ambiente nel quale viviamo che ogni giorno viene registrata, ma ancora non in¬crociata in maniera intelligente.
«Siamo più di sei miliardi e ogni giorno milioni di medici completa¬no milioni di misurazioni che po¬trebbero essere utili alla scienza, ma vanno semplicemente a ingros¬sare registri - spiega Brenner -. Quello che serve è un cambio di pa¬radigma, un approccio nuovo che ci permetta di ribaltare il problema». La ricerca biomedica oggi as¬somiglia a un ambiente nel quale un musicista, chiuso in una stanza è impegnato a suonare la batteria di fronte a una selva di microfoni, mentre nella stanza a fianco, migliaia di scienziati cercano di capire co¬me è costruito e com'è fatto quello strumento semplicemente ascol¬tandone il suono. «È un problema che richiede un percorso a ritroso estremamente difficoltoso - prose¬gue -, ma oggi le tecnologie ci con¬sentono, per la prima volta, di sbirciare direttamente in quella stanza e farci un'idea di com'è fatta quella batteria che non è altro che il no¬stro metabolismo. Ecco allora che il problema diventa molto più semplice e diretto da affrontare. Possia¬mo avere un'idea di come sono co¬struiti batteria e microfoni, di co¬me si producono e interagiscono i suoni che ascoltiamo».
Per la medicina questo salto di pa¬radigma si traduce nel passaggio da un approccio riparatore a una pre¬venzione basata sulla conoscenza. I primi frutti stanno già arrivando ne¬gli ospedali. Leroy Hoods, biologo e grande amico di Brenner, che sie¬de nel consiglio scientifico del suo Institute for Systems Biology di Seattle, ha trovato investitori che han¬no riversato oltre 45 milioni di dolla¬ri nello spin-off Integrated Biosystems che a partire dal 2010 com¬mercializzerà uno dei primi test cli-nici che utilizzerà gli esami del san¬gue come una finestra per tutta la salute dell'organismo. «Tutti auspi¬cano l'arrivo di questa medicina personalizzata, ma la sua prima con¬seguenza sarà una rivoluzione cul¬turale - avverte Brenner -, dovre¬mo cambiare la nostra visione della medicina e abbandonare l'idea che possiamo fare ciò che vogliamo per¬ché poi una pillola ne riparerà i dan¬ni. Andiamo incontro a una medici¬na personalizzata, ma nella quale ognuno sarà anche più responsabi¬le della sua salute».